a cura della dott.ssa Raffaella Pregliasco
(tratto dal sito Veneto Adozioni)
Negli ultimi anni si è andato sviluppando, all’interno del fenomeno più ampio
delle adozioni internazionali, un consistente aumento dell'adozione di gruppi di fratelli.
Ciò dipende in parte dalla frequente presenza di fratelli tra coloro che, nei Paesi di origine,
si trovano in condizione di abbandono, ma in parte anche dalla maggiore disponibilità delle
potenziali coppie adottive. In particolare, si evidenzia come, proprio nelle famiglie
che si trovano in situazioni di disagio e nelle fasce della popolazione più povere o a rischio
di marginalità,le fratrie costituiscono la maggior parte dei numeri dei minori in condizione di
abbandono e in attesa di adozione.
A ciò però non sempre consegue una specifica e maggiore attenzione verso
questi bambini finalizzata a mantenere intatti i loro legami affettivi, laddove effettivamente esistenti.
In alcuni casi infatti i fratellini vengono purtroppo separati, collocati
in strutture diverse o in famiglie affidatarie e/o adottive diverse, non tenendo
conto dell’importante risorsa per la buona riuscita dell’adozione che il legame
fraterno può senza dubbio costituire. Ma in altri casi si osserva d’altra parte come
questi minori non si conoscano affatto, oppure siano stati abbandonati in tempi
successivi: in questi casi può addirittura accadere che il vivere insieme possa
essere controproducente ai fini del loro sviluppo e benessere psico-fisico e del
conseguente successo dell’adozione.
Anche la maggiore disponibilità delle aspiranti coppie adottive va interpretata con attenzione.
In alcuni casi infatti è effettivamente supportata da una reale motivazione
e consapevolezza del maggiore impegno richiesto da parte del futuro papà e
della futura mamma. In altri è una scelta non sufficientemente "pensata" ma una
"reazione", se così vogliamo definirla, a quelle che sono le attuali dinamiche
del fenomeno delle adozioni, che in genere prevedono tempi più veloci o possibilità
di avere bambini più piccoli nel caso in cui la famiglia si renda disponibile ad accogliere
gruppi di fratelli.
Al di là di quelle che rappresentano oggi le cause dell’aumento del fenomeno
in oggetto, va ricordato che l’attenzione e l’impegno finalizzato a conservare
intatte le fratrie in presenza di legami affettivi è richiamata dai più importanti
strumenti normativi internazionali in materia di tutela dei minori, primi fra tutti
la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e, in materia di adozione internazionale,
la Convenzione de L’Aja del 1993.
In particolare, la Convenzione ONU stabilisce all’interno del testo normativo
il diritto di ogni bambino di mantenere– laddove possibile e dove non rechi danno
al proprio sviluppo e al proprio benessere psico-fisico – i legami famigliari esistenti.
Inoltre, si ritiene che la particolare attenzione per l’adozione di fratelli possa farsi
rientrare anche all’interno del diritto all’identità in quanto il legame fraterno è
idoneo a connotare lo sviluppo della nostra identità.
Con riferimento, infine, alla Convenzione de L’Aja del 1993,che si occupa in modo
specifico di adozione internazionale, pur non essendo espressamente contemplato
l’interesse a veder mantenute intatte le fratrie, si ritiene comunemente che tale
orientamento possa essere ricompreso nelle disposizioni che richiamano l’impegno
degli stati membri a preservare i legami con la famiglia di origine, prima fra tutte
il preambolo della convenzione stessa che stabilisce che "ogni Stato dovrebbe
adottare, con criterio di priorità, misure appropriate per consentire la permanenza
del minore nella famiglia d'origine".
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