venerdì 20 giugno 2014

UN ESERCITO DI FIGLI MANCATI - L'ITALIA NON E' UN PAESE PER BAMBINI...









Il 17 giugno è stato presentato a Roma il settimo rapporto del Gruppo CRC Italia (Convention on the Rights of the Child). 
Il Gruppo CRC si è costituito nel dicembre 2000 con l’obiettivo prioritario di preparare il Rapporto sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC) in Italia, supplementare a quello presentato dal Governo italiano, da sottoporre al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Dal rapporto - presentato alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e dell’Autorità per l’Infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora – emerge un quadro davvero sconfortante di quella che è la situazione dei minori fuori famiglia.
Secondo gli ultimi dati disponibili sono 14.991 i minori accolti in comunità a fronte dei 29.388 ragazzi e bambini allontanati dalla propria famiglia di origine; 594 in più rispetto a quelli in affido.
L’incidenza percentuale degli inserimenti in comunità residenziale di bambini in età pre-scolare (0-5 anni) è stata del 14 per cento sul totale. “Si registra dunque un uso preoccupante e ancora troppo consistente dell’inserimento in comunità di bambini piccolissimi, sin dal loro primo collocamento – sottolinea il rapporto - È necessario un’inversione di tendenza in questo senso, così come è fondamentale segnalare la mancanza di dati e informazioni utili per restituire unicità e continuità alla storia di ogni minorenne, per accompagnarlo nella crescita”.
Sono inoltre aumentati i bambini dichiarati adottabili (11% in più).
Nel rapporto viene evidenziato però che il sistema di raccolta delle informazioni sullo stato dell’infanzia e dell’adolescenza è ancora assolutamente carente in quanto sia la Banca Dati Nazionale dei minori adottabili che la Banca Dati sull’abuso sessuale di minorenni non sono assolutamente ancora a regime.
Nonostante l’aumento del numero delle coppie che si rivolgono all’adozione nazionale il numero dei minori che, pur essendo adottabili non vengono adottati, continua a crescere.
Il numero dei bambini adottabili ma ancora in accoglienza temporanea è di circa 1.900 minori di cui il 59 percento si trova in comunità e solo il 41 percento in affidamento familiare.
“Da anni il Gruppo Crc segnala l’urgenza di un monitoraggio di questo fenomeno per capire chi sono questi bambini ed esplorare possibili strategie d’intervento  - si legge nel rapporto -, ma la mancanza di effettiva operatività della Bda non aiuta, soprattutto perché non consente la messa in rete di tutti i Tribunali per i minorenni e quindi l’ottimizzazione degli abbinamenti per le adozioni, soprattutto per i bambini con bisogni speciali e/o particolari”.
“A oggi non esiste un monitoraggio compiuto a livello istituzionale delle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza e proprio dall’analisi realizzata dal Gruppo Crc risulta evidente che manca una strategia complessiva sul piano nazionale e una visione di lungo periodo”, conclude Arianna Saulini di Save the Children. “In occasione del lancio del precedente  rapporto Crc l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza si è assunta l’impegno di predisporre un rapporto articolato sullo stato complessivo delle risorse per l’infanzia e l’adolescenza nel nostro Paese. Questo impegno si è trasformato in una richiesta al Ministro dell’Economia e delle Finanze per impostare un lavoro congiunto che consenta di monitorare le spese del bilancio dello Stato dedicate ai bambini e agli adolescenti. Ci auguriamo che questo possa aver inizio in tempi brevi”.
Tutte le associazioni che operano nel settore da anni continuano a ribadire che è necessario che su questa questione venga fatta chiarezza e che ogni minore debba avere i propri dati inseriti nella Banca Dati relativa con l’indicazione della sua posizione giuridica e del singolo progetto che per lui/lei devono avere elaborato i Servizi Sociali ed i Tribunali.
I bambini che restano nel limbo delle comunità educative sono tanti, troppi e non si può perdere altro tempo se vogliamo dare loro concrete opportunità di crescita.



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