Il
17 giugno è stato presentato a Roma il settimo rapporto del Gruppo CRC Italia
(Convention on the Rights of the Child).
Il
Gruppo CRC si è costituito nel dicembre 2000 con l’obiettivo prioritario di
preparare il Rapporto sull’attuazione della Convenzione sui diritti
dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC)
in Italia, supplementare a quello presentato dal Governo italiano, da
sottoporre al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso
l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Dal
rapporto - presentato alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali Giuliano Poletti e dell’Autorità per l’Infanzia e l’Adolescenza
Vincenzo Spadafora – emerge un quadro davvero sconfortante di quella che è la
situazione dei minori fuori famiglia.
Secondo
gli ultimi dati disponibili sono 14.991 i minori accolti in comunità a fronte
dei 29.388 ragazzi e bambini allontanati dalla propria famiglia di origine; 594 in più rispetto a quelli
in affido.
L’incidenza
percentuale degli inserimenti in comunità residenziale di bambini in età
pre-scolare (0-5 anni) è stata del 14 per cento sul totale. “Si registra dunque
un uso preoccupante e ancora troppo consistente dell’inserimento in comunità di
bambini piccolissimi, sin dal loro primo collocamento – sottolinea il rapporto
- È necessario un’inversione di tendenza in questo senso, così come è
fondamentale segnalare la mancanza di dati e informazioni utili per restituire
unicità e continuità alla storia di ogni minorenne, per accompagnarlo nella
crescita”.
Sono
inoltre aumentati i bambini dichiarati adottabili (11% in più).
Nel
rapporto viene evidenziato però che il sistema di raccolta delle informazioni
sullo stato dell’infanzia e dell’adolescenza è ancora assolutamente carente in
quanto sia la Banca Dati Nazionale dei minori adottabili che la Banca Dati
sull’abuso sessuale di minorenni non sono assolutamente ancora a regime.
Nonostante l’aumento del numero delle coppie che si rivolgono
all’adozione nazionale il numero dei minori che, pur essendo adottabili non
vengono adottati, continua a crescere.
Il numero dei bambini adottabili ma ancora in accoglienza
temporanea è di circa 1.900 minori di cui il 59 percento si trova in comunità e
solo il 41 percento in affidamento familiare.
“Da anni il Gruppo Crc segnala l’urgenza di un
monitoraggio di questo fenomeno per capire chi sono questi bambini ed esplorare
possibili strategie d’intervento - si
legge nel rapporto -, ma la mancanza di effettiva operatività della Bda non
aiuta, soprattutto perché non consente la messa in rete di tutti i Tribunali
per i minorenni e quindi l’ottimizzazione degli abbinamenti per le adozioni,
soprattutto per i bambini con bisogni speciali e/o particolari”.
“A oggi non esiste un monitoraggio compiuto a livello
istituzionale delle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza e proprio
dall’analisi realizzata dal Gruppo Crc risulta evidente che manca una strategia
complessiva sul piano nazionale e una visione di lungo periodo”, conclude
Arianna Saulini di Save the Children. “In occasione del lancio del
precedente rapporto Crc l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza
si è assunta l’impegno di predisporre un rapporto articolato sullo stato complessivo delle risorse per l’infanzia e
l’adolescenza nel nostro Paese. Questo
impegno si è trasformato in una richiesta al Ministro dell’Economia e delle
Finanze per impostare un lavoro congiunto che consenta di monitorare le spese
del bilancio dello Stato dedicate ai bambini e agli adolescenti. Ci auguriamo
che questo possa aver inizio in tempi brevi”.
Tutte le associazioni che operano nel settore da anni continuano
a ribadire che è necessario che su questa questione venga fatta chiarezza e che
ogni minore debba avere i propri dati inseriti nella Banca Dati relativa con
l’indicazione della sua posizione giuridica e del singolo progetto che per
lui/lei devono avere elaborato i Servizi Sociali ed i Tribunali.
I bambini che restano nel limbo delle comunità educative sono
tanti, troppi e non si può perdere altro tempo se vogliamo dare loro concrete
opportunità di crescita.
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